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I 10 vinili più costosi del mondo

Di classifiche sui vinili più cari al mondo ce ne sono tante. Noi ci siamo affidati all’autorevole sito americano Billboard che, recentemente, ha pubblicato uno studio dedicato ai dischi più costosi al momento sul mercato. Molti sono più che noti (vedi Beatles e Sex Pistols), altri invece sono considerati delle perle in alcune nicchie musicali e valgono davvero una piccola fortuna.

1. “God Save the Queen” – Sex Pistols: 10.578 dollari

“God Save The Queen” dei Sex Pistols fu stampato nel 1977 in 25.000 copie dalla A&M records che licenziò il gruppo una settimana dopo aver firmato il contratto. Ecco perché il vinile non uscì mai nei negozi. La maggior parte delle copie fu distrutta mentre solo 9 furono regalate ad alcuni dirigenti della casa discografica.

2. “Please, Please Me” – The Beatles: 8.323 dollari

Immancabili i FabFour. Prodotto in sole 13 ore, “Please Please Me” fu pubblicato nel 1963 dalla Parlophone ed è una leggenda della storia della musica. Il suo peso storico non è soltanto quello di essere il primo disco del gruppo che vanta la più grande discografia della storia della musica pop, quanto quello di aver rivoluzionato il concetto stesso di album.

3. “Introducing…the Beatles” – The Beatles: 7573,27 dollari

“Introducing… The Beatles” è il primo album dei Beatles pubblicato negli Stati Uniti. Originariamente prodotto per essere pubblicato nel luglio del 1963 uscì invece il 10 gennaio 1964 pubblicato dalla Vee Jay Records. Questa piccola rende un totale fallimento questo disco: solo 6000 copie furono vendute. Da qui l’incredibile valore del vinile di questa edizione. Alla fine del 1964, i diritti dei Beatles verranno acquistati dalla Capitol che pubblicherà il secondo album “Meet the Beatles”.

4. “Bach/Mozart: violin concertos” – Gioconda de Vito/Rafael Kubelik: 6148,77 dollari

C’è spazio anche per la musica classica nella classifica dei vinili più costosi stilata da Billboard. L’anno di pubblicazione non è pervenuto ma sappiamo che il primo concerto di Gioconda de Vito è avvenuto a soli 8 anni, senza aver mai preso lezioni di violino.

5. “Ram” – Paul McCartney: 5048, 84 dollari

Primo album concepito e registrato dopo la fine dei Beatles nel 1971, RAM raccoglie le tensioni nervose all’indomani di una perdita dalla quale Paul McCartney non si riprenderà mai del tutto, e soprattutto la sua voglia di rimettersi in piedi: in questo senso è il suo disco più autobiografico.

6. “Bellevue/No more” – Don Drummond: 4686,30 dollari

Sarà sconosciuto ai più, eppure il suo vinile vale un occhio della testa! Don Drummond è stato un trombonista e compositore giamaicano, membro fondatore del gruppo ska The Skatalites. È deceduto nel 1969 presso il manicomio Bellevue Asylum, dove fu internato per 4 anni a causa dei suoi presunti problemi mentali.

7. “Under the tree” – Shide and Acorn: 4060,23 dollari

Arriva direttamente dall’Isola di Wight questo gruppo folk rock che ha avuto vita breve. “Under the tree” (1971) è l’unico album pubblicato dalla band. Furono stampate solo 99 copie.

8. “Station the station” – David Bowie: 3995,78 dollari

Ed ecco il Duca Bianco all’ottavo posto. “Station to Station” è il decimo album di David Bowie, pubblicato nel 1976 per l’etichetta RCA. Con il suo mischiare funk e krautrock, ballate romantiche ed occultismo, è stato descritto contemporaneamente come “uno degli album più accessibili di Bowie e uno dei suoi più impenetrabili”. Lo stesso Bowie ha affermato: “Ascolto Station to Station come se fosse un’opera di una persona completamente diversa… è un album estremamente tenebroso”.

9. “Three parts to my soul” – Dr. Z: 3936 dollari

È il vinile più raro del catalogo dell’etichetta discografica Vertigo, presto ritirato dal mercato e divenuto oggetto di culto. Ne esistono solo 80 copie. Poco si conosce invece del trio di musicisti coinvolti nel progetto “Dr. Z”.

10. “Jazz Journey” – Bjarne Rostvold Trio: 3771,76 dollari

È il turno del jazz. Il disco “Jazz Journey” è considerato una vera perla del genere. Rostvolt è stato anche membro della DR Big Bandet (Big Band) che è attiva ancora oggi.

 

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